Fp Cgil Medici, no a ritorno logica manicomiale in Veneto


29 Aprile 2019

No al ritorno della logica manicomiale nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) del Veneto“. Ad affermarlo è il responsabile del coordinamento salute mentale Fp Cgil Medici del Veneto, Tiberio Monari, nel denunciare come: “Le indicazioni contenute nella delibera della giunta regionale (Dgr) 22 del 13 Marzo 2019 della Regione Veneto sull’aumento dei posti letto in psichiatria in uno stesso ospedale e sulle modalità di Pronto Soccorso ad accesso diretto costituiscono una gravissimo vulnus ai principi della legge 180 e un forte rischio di ritorno alla logica manicomiale”.

Nel dettaglio, osserva Monari, “basti pensare che nel solo Ospedale San Bonifacio nella provincia di Verona sono previsti ben 48 posti letto in psichiatria, nel Polo Giustiniani dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova 35 posti letto in psichiatria, nell’Ospedale di Vicenza 30 posti letto in psichiatria”. Il tutto quando, invece, “la legge 180 prevedeva  specifici servizi psichitarici di diagnosi e cura negli ospedali generali dotati di un numero di posti letto non superiore a 15”, precisa a riguardo il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Andrea Filippi.

Inoltre, prosegue Filippi, “le stesse norme transitorie sull’assistenza psichiatrica contenute nella legge 833 del 1978, che ha recepito nella sostanza la legge 180, confermavano il limite dei 15 posti letto sino all’adozione dei piani sanitari regionali. Adesso con la Dgr la Regione Veneto si pone come Regione capofila del ritorno dei grandi numeri dei posti letto in psichiatria in uno stesso presidio ospedaliero, con un pericolosissimo passo del gambero rispetto alla legge 180”.

Se a tutto questo, aggiunge Monari, “aggiungiamo la previsione in diversi presidi ospedalieri del ‘Pronto Soccorso ad accesso diretto per la psichiatria’, si completa un quadro di ritorno al passato manicomiale, di emarginazione e di stigma. Questo a danno in primo luogo dei cittadini che potranno essere ricoverati impropriamente nei servizi psichiatrici, senza poter essere prima visitati al Pronto Soccorso per una valutazione medica di possibili patologie organiche, che potrebbero anche essere causa di sintomi similpsichiatrici”. Per queste ragioni, concludono Filippi e Mnari, “riteniamo inaccettabili e pericolose nel panorama nazionale le indicazioni per la psichiatria ospedaliera della Regione Veneto”.

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